Sembra non esserci tregua per gli abitanti dell’Emilia Romagna ancora sotto la pioggia. Due giorni ancora di Allerta arancione tengono con il fiato sospeso gli abitanti di una regione mai così tanto colpita dalla pioggia. Temporali, frane e allagamenti in provincia di Forlì dove, anche a causa delle condotte fognarie tappate, le strade si sono allagate e l’acqua ha invaso anche garage, cantine e piani bassi delle abitazioni.
Quindici eventi meterologici estremi in quarantotto ore. Non sono in Emilia Romagnia il maltempo sta causando danni gravi e disagi anche in altre quindici regioni, da nord a sud dello stivale, colpite da una raffica di eventi meterologici estremi che si ripetono ormai con una frequanza mai vista. Secondo Coldiretti ben quindici eventi meterologici estremi si sono abbattutti sulle regioni italiane in meno di 48 ore. Alessandria, Canelli, Lecce, il litorale laziale, la costa ionica della Calabria, il versante Adriatico, Venezia, sono tutte zone colpite da temporali, grandinate e vento.
L’incubo dell’anno senza estate 2023. Quando arriverà l’estate? L’estate meterologica sarebbe dovuta entrare il 1 di giugno, ma sta evidentemente ritardando e si farà attendere ancora per una settimana, mentre mancano due settimane e mezzo all’iniziodell’estate astronomica che, in verità potrebbe slittare di un bel po di giorni. Addirittura alcuni ipotizzano il rischio del famoso anno senza estate, una vera iattura che, però esiste e potrebbe anche capitare. Anzi qualcuno teme che sia proprio questo 2023 un potenziale anno senza estate.
L’anno senza estate ovvero l’anno della povertà. Gli esperti ricordano il famoso Anno senza estate del 1816 chiamato anche anno della povertà a causa della grande carestia causata proprio dall’anomalia meterologica della mancata estate del 1816.
Da Wikipedia:
L’anno senza estate, conosciuto anche come l’anno della povertà e Eighteen hundred and froze to death (1800 e si moriva di freddo nei paesi di lingua inglese), fu il 1816, anno durante il quale gravi anomalie al clima estivo distrussero i raccolti nell’Europa settentrionale, negli stati americani del nord-est e nel Canada orientale. Lo storico John D. Post lo ha battezzato “l’ultima grande crisi di sopravvivenza nel mondo occidentale”.
L’anno senza estate del 1816 fu causato principalmente dall’eruzione del vulcano Tambora (indomesia) che liberò nell’aria un’incredibile quantità di cenere che una volta raggiunta l’atmosfera contribui a raffreddare le temperature offuscando parzialmente i raggi del sole. Inoltre nel 1816 l’Europa si trovava ancora nel periodo conosciuto come “Piccola Glaciazione” che durava da medioevo e aveva ridotto la temperatura media della terra. Oggi le condizioni sono estremamente diverse dal 1816, ma allo stesso tempo il nostro clima sta evidenziando anomalie sempre più evidenti che potrebbero certamente avere conseguenze sull’estate.