Abruzzo Pride 2023: l’ arcivescovo contro la manifestazione Lgbt

L’ARCIVESCOVO DI VASTO E CHIETI BRUNO FORTE HA CONTESTATO L’ABRUZZO PRIDE PREVISTO PER IL PROSSIMO 24 GIUGNO 2023.

Forte Gentile ed Orgoglioso, è lo slogan di lancio dell’Abruzzo Pride 2023. E’ prevista per sabato 24 giugno, a Chieti, l’edizione 2023 dell’Abruzzo Pride, ma manistestazione di orgoglio L.G.B.T. che come ogni hanno, sta suscitando consensi e polemiche a tutti i livelli. La politica si divide, la chiesa la condanna, mentre i cittadini abruzzesi, tutto sommato, sono interessati ed incuriositi dalla lotta contro le discriminazioni.

L’Arcivescovo di Chieti contro il Gay Pride: Insano cancellare differenze sessuali. Ovviamente questa manifestazione non è vista positivamente da tutti gli abruzzesi e sicuramente gode dei favori del mondo clericale, storicamente contrario alle teorie L.G.B.T. Così, questa mattina l’arcivescovo di lanciano e Chieti, Bruno Forte, una delle massime autorità cattoliche della regione Abruzzo, ha voluto ribadire la sua opinione sul prossimo Abruzzo Pride.

 “Se da una parte il messaggio di non discriminare nessuno non può che essere condiviso, dall’altro non è sana la pretesa di cancellare la differenza sessuale”, proponendo motivi di riflessione che indirizza a tutti, “a chi vi prenderà parte, a chi vi si asterrà, come a chi sente quest’evento come estraneo o contrario alle proprie convinzioni e alla storia della città e della sua cultura”

“l’accettazione del proprio corpo come dono di Dio è necessaria per accogliere e accettare il mondo intero come dono del Padre e casa comune.

Imparare ad accogliere il proprio corpo, ad averne cura e a rispettare i suoi significati è essenziale per una vera ecologia umana. Anche apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità è necessario per poter riconoscere sé stessi nell’incontro con l’altro diverso da sé. In tal modo è possibile accettare con gioia il dono specifico dell’altro o dell’altra, opera di Dio creatore, e arricchirsi reciprocamente.

Pertanto, non è sano un atteggiamento che pretenda di ‘cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa’