Sapete perché i Pescaresi odiano i Chietini? O meglio… i teatini (già, si chiamano “teatini” il termine chietino è improprio e un po’ dispregiativo). Ma qualcuno conosce il vero motivo per cui i Pescaresi non sopportano i teatini?
Tra Pescara e Chieti non è mai corso buon sangue, le radici del cattivo rapporto sono molteplici e antiche, alcune sono più conosciute, mentre altre lo sono molto meno. Una ragione, ovvia, è il campanilismo, molto comune in tutte le regioni italiane. Ad esempio non si sopportano Livornesi e Pisani, Palermitani e Catanesi, non si vedono di buon occhio neanche gli Abitanti di Bergamo con quelli di Brescia, si guardano in cagnesco quelli che abitano a Cagliari con quelli di Sassari, ecc… ecc… la lista è infinita e riguarda tutte le Regioni Italiane.
Tutti contro tutti da Nord a Sud. In pratica la rivalità tra città vicine, o anche non vicinissime (ma della stessa importanza come Roma e Napoli o Roma e Milano) spesso è alimentata da ragioni calcistiche o politiche/amministrative.
Uno dei motivi dello scarso feeling (per usare un eufemismo) tra gli abitanti di Pescara e Francavilla al Mare con i teatini è proprio di origine amministrativa. La nascita del nuovo capoluogo di provincia Pescara (che ha anche ambizioni di essere capoluogo di Regione) non è mai andata giù alla città di Chieti che ha visto ridimensionare molto il suo potere, passando ormai in secondo piano nei confronti di Pescara, e il proprio territorio, in parte ceduto proprio a Pescara. Tranne Francavilla al Mare, che in evidente paradosso chilometrico, è rimasta in provincia di Chieti, nonostante sia praticamente un tutt’uno con Pescara.
La motivazione principale, però, che in epoca passata era causa di odio vero e proprio nei confronti della città di Chieti, da parte dei pescaresi, è più vecchia e sconosciuta ai più: la posizione assunta da Chieti durante la II Guerra Mondiale e soprattutto durante la Liberazione. Il fatto che storicamente Chieti sia stata più vicina al fascismo negli anni del Regime (a dire il vero caratteristica comune a quasi tutte le città italiane) e il fatto di non aver voluto/potuto accogliere gli sfollati pescaresi costretti ad abbandonare le proprie case minate o bombardate.
A dire il vero, furono tantissimi i teatini che si contraddistinsero per generosità in quegli anni disgraziati, m purtroppo, a volte, la storia tende a ricordare più spesso gli accadimenti negativi di quelli positivi, lasciando in vita queste antipatie che si tramandano da generazione in generazione.
Oggi per fortuna le cose sono molto migliorate, sono finiti i tempi delle risse, e gli sfottò e prese in giro si limitano al Calcio.